Skip to main content

Full text of "Cavalleria rusticana : melodramma in un atto"

See other formats


























































Senti idee ; È 


La 








MILAN o 


EDOARDO SONZOGNO, EDIT ORE 








14 — - Via Pasquiralo — 14. 








Biblioteca On?nterio 
Osera ba. x eUNÙ 


uesconsa st 


CAVALLERIA RUSTICANA 


Digitized by the Internet Archive 
in 2021 with funding from 
University of North Carolina at Chapel Hill 


https://archive.org/details/cavalleriarusticOOtarg_0 


CAVALLERIA KUSTICANA 


MELODRAMMA IN UN ATTO 


DI 


G. TARGIONI-TOZZETTI E G. MENASCI 


Dietro Mascagni 


TEATRO ALLA SCALA 


CF; ‘ do, ( "i A È 

vO sarninna 7 ANrrpnonznila Clarrpa cine >» 
pd CLOU CULT al OVarrevaie uUaresima A 

c 


IMPRESA FRATELLI CORTI 





MILANO 
EDOARDO SONZOGNO, EDITORE 


14 — Via Pasquirolo — 14. 





PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA SC 


PERSONAGGI 


SANA  . . . . al Pantaleoni Romilda 

eee N a. MAO Vattorna 

IR i... MeValero» Fernando 

SIA SOUS? si Aa nane 

(eee co e ASSO, eau Carolina. 
Coro di Contadini e Contadine. -- Coro interno. 


Il presente melodramma è tollo dalle Scene Popolari 


omonime di G. Verga. 


Maestro concertatore e direttore, Leopoldo Mugnone 
Sostituto, Lombardi Benedetto 
Maestro direttore dei Cori, Cav. Cairati Giuseppe 
Sostituto, Galli Remigio 
Primo Violino solista, De Angelis Gerolamo 
Primo dei secondi Violini, Da/ Longo Amedeo 
Direttore pel Ballo, Pantaleoni Alceo 
Primo Violino di spalla e Sostituto pel Ballo 7uzzoli Giovanni 
Prima Viola per l'Opera, De Vasini Umberto 
Primo Violoncello per l'Opera, Magrini Giuseppe 
Primo Violoncello pel Ballo, Negri Giuseppe 
Primo Contrabasso per l’Opera, Togneri Pietro - Sostituto, Jenuscky Giovanni 
Primo Contrabasso pel Ballo, Motelli Nestore 
Primo Flauto per l'Opera, Zamperoni Antonio - pel Ballo, Negri Giuseppe 
Primo Ottavino, Bossi Ambrogio 
Primo Oboe per l’Opera, Carcano Angelo - pel Ballo, Ballerini Luigi 
Primo Clarinetto per l'Opera, Bartesaghi Giovanni 
Primo Clarinetto pel Ballo, Maldura Luigi 
Primo Fagotto per l'Opera, Torriani Antonio - pel Ballo, Cremonesi Giuseppe 
Prima Cornetta dell'Opera e del Ballo, Borroni Luigi 
Primo Corno per l'Opera, Sornsogrio Giacinto - pel Ballo, Mariani Carlo 
Prima Tromba per l'Opera, Falda Gaetano - pel Ballo, Gianni Emilio 
Primo Trombone per l’Opera, Nevi Pio - pel Ballo, Comazsi Federico 
Bass-Tuba, Arneomanti Guglielmo 
Prima Arpa per l’Opera, Carlotta Sormani-Moretti 
Seconda Arpa dell'Opera e prima del Ballo, Marini Amelia 
Gran Cassa e Piatti, Vanetti Giuseppe e Borioli Carlo 
Timpani, Gavasi Luigi 
Organo e Fisarmonica, Galli Remigio 
Ispettore e Direttore di scena, Arcluinti Gaetano 
Rammentatore, maestro Mamoldi Luigi 
Maestro direttore del Corpo di Musica Municipale, Guarneri Andrea 
Ispettore pel Ballo, Franchi Davide 
Ispettore del Coro-Orchestra, Forapan Ulderico 
Scenografo, Zuccarelli Giovanni 
Direttore ed inventore del Macchinismo, Stancich Giovanni 
Vestiarista proprietario, Zamperoni Luigi 
Attrezzista proprietario, Rancati e Comp. 
Servizio Luce Elettrica, A. Bessi e Comp. 
Fornitori proprietarî dei Pianoforti, Ricordi e Finzi 
Fiorista e piumista, Lanfranchi 
Parrucchiere, Micheletti Calimero 
Gioielliere, Biraghi Giuseppe e Figli 
Calzolaio, Cazzola Giosuè 
Fornitori degli istrumenti, Cav. Pelitti - Sambruna - Maino e Orsi 
Tappezziere, Ditta Serafino Guerra. 


MELO ENI 


La scena rappresenta una piazza in un paese della Sicilia. 


— Nel fondo, a destra, Chiesa con porta praticabile. — A si- 
nistra l’ osteria e la casa di Mamma Lucia. — E il giorno di 
Pasqua. 


(A sipario calato.) 


TURIDDU. 


O Lola c'hai di latti la cammisa 

si bianca e russa comu la cirasa, 

quannu t’ affacci fai la vucca a risa, 

biatu pi lu primu cu ti vasa! 

Ntra la puorta tua lu sangu è spasu, 

ma nun me mpuorta si ce muoru accisu... 
e si ce muoru e vaju’n paradisu 

si nun ce truovo a ttia, mancu ce trasu. 


( Traduzione.) 


O Lola, bianca come fior di spino, 
quando t’ affacci tu, s’ affaccia il sole; 
chi t'ha baciato il labbro porporino 
grazia più bella a Dio chieder non vòle. 
C’ è scritto sangue sopra la tua porta, 
ma di restarci a me non me n’importa; 
se per te mojo e vado in paradiso, 

non c’ entro se non vedo il tuo bel viso. 





CAVALLERIA RUSTICANA 





SCENA PRIMA. 


Coro. 


DONNE (di dentro). 


Gli aranci olezzano tempo è si mormori 
sui verdi margini, da ognuno il tenero 
gli augelli cantano canto che i palpiti 
tra 1omirti.m fior; raddoppia al cor. 


UOMINI (di dentro). 


In mezzo al campo tra le spiche d’oro 
giunge il rumore delle vostre spole, 
noi stanchi riposando dal lavoro 

a voi pensiamo, o belle occhi-di-sole. 
O belle occhi-di-sole, a voi corriamo, 
come vola l’augello al suo richiamo. 


(Il coro entra in iscena.) 


DONNE. 
Cessin le rustiche tempo è si mormori 
opre: la Vergine da ognuno il tenero 
serena allietasi canto che 1 palpiti 
del Salvator; raddoppia al cor. 
UOMINI. 


In mezzo al campo tra le spiche d’oro 
giunge il rumore, ecc., ecc. 


(Il coro traversa la scena ed esce.) 





ATTO UNICO 


SCENDI 


Santuzza e Lucia. 


SANTUZZA' (entrando). 


Dite, mamma Lucia... 


LUCIA (sorpresa). 
Sei tu?... che vuoi? 
SANTUZZA. 
Turiddu ov’ è? 
LUCINI 


Fin qui vieni a cercare 
il figlio mio? 


SANTUZZA. 


Voglio saper soltanto, 
perdonatemi voi, dove trovarlo. 


LUCIA. 
Non lo so, non lo so, non voglio brighe! 
SANTUZZA. 


Mamma Lucia, vi supplico piangendo, 
fate come il Signore a Maddalena, 
ditemi per pietà, dov’ è Turiddu... 


IO 


CAVALLERIA RUSTICANA 





LUCIA. 


È andato per il vino a Francofonte. 


SANTUZZA. 


No!... l'han visto in paese ad alta notte... 


TUCLA: 


Chetdici? > se montettorn toa 802528 


(avviandosi all’ uscio di casa) 


Entra”. 
SANTUZZA (disperata). 


Non posso entrare in casa vostra... 
Sono scomunicata! 


LUCIA. 


E che ne sal 
del mio figliuolo ? 


SANTUZZA. 


Quale spina ho in core! 


PIO BRICO 1I 





SCENA 


Alfio, Coro € DETTE. 
ALFIO, 


Il cavallo scalpita, 

i sonagli squillano, 

schiocca la frusta. — Ehi là! — 
Soffii il vento gelido, 

cada l’acqua e nevichi, 

a me che cosa fa? 


CORO. 


O che bel mestiere 
fare il carrettiere 
andar di qua e di là! 


ALFIO. 


M’aspetta a casa Lola 

che m'ama e mi consola, 

ch’è tutta fedeltà. 

Il cavallo scalpiti, . 
i sonagli squillino, 

È Pasqua, ed io son qua! 


CORO. 


O che bel mestiere 
fare il carrettiere 
andar di qua e di là 


12 CAVALLERIA RUSTICANA 





LUCAS 


Beato voi, compar Alfio, che siete 
sempre allegro così! 


ALFIO. 


Mamma Lucia, 
n’avete ancora di quel vecchio vino? 


LUCIA. 
Non so; Turiddu è andato a provvederne. 
ALFIO. 


Se è sempre qui! — L’ho visto stamattina 
vicino a casa mia. 


LUCIA (sorpresa). 
Come? 
SANTUZZA (vapidamente). 


Tacete. 


{dalla Chiesa odesi intonare l’alleluja) 


ATRION 


Io me ne vado, ite voi altri in chiesa. 


(esce) 
CORO INTERNO (dalla Chiesa), 


Regina cceli, letare — Alleluja! 
Quia, quem meruisti' portare — Alleluja! 
Resurrexit sicut dixit — Alleluja! 


ATTO UNICO 13 








CORO ESTERNO (sulla piazza). ‘ 


Inneggiamo, il Signor non è morto, 
Ei fulgente ha dischiuso l’avel, 
inneggiamo al Signore risorto 

oggi asceso alla gloria del Ciel! 


CORO INTERNO (dalla chiesa). 


Ora pro nobis Deum — Alleluja! 
Gaude et letare, Virgo Maria — Alleluja! 
Quia surrexit Dominus vere — Alleluja! 


CORO ESTERNO (dalla piazza). 


Dall altare ora fu benedetto 
quest’olivo che amava il Signor; 
porti e accresca nell’umile tetto 
la domestica pace e l'amor! 


(il coro esce lentamente) 


I4 CAVALLERIA RUSTICANA 





SCEN MI» 


Lucia e Santuzza. 
LUCIA. 
Perchè m’ hai fatto segno di tacere? 
SANTUZZA. 


Voi lo sapete, o mamma, prima d’andar soldato 
Turiddu aveva a Lola eterna fè giurato. 

Tornò, la seppe sposa; e con un nuovo amore 
volle spegner la fiamma che gli bruciava il core: 
m’amò, l’amai. Quell’invida d’ogni delizia mia, 

del suo sposo dimentica, arse di gelosia... 

Me l’ha rapito. Priva dell’onor mio rimango: 

Lola e Turiddus'amano,io piango, io piango, io piango! 


LUCIA. 


Miseri noi, che ‘cosa vieni a dirmi? 
in questo santo giorno? 


SANTUZZA. 


Io son dannata... 
Andate, o mamma, ad implorare Iddio, 
e pregate per me. — Verrà Turiddu, 
vo’ supplicarlo un’altra volta ancora! 


LUCIA (avviandosi alla chiesa). 


Ajutatela voi, Santa Maria! 


(esce) 


ATEO UNICO I5 








SCENA V. 


Santuzza e Turiddu. 


TURIDDU. 
Tu qui, Santuzza? 
SANTUZZA. 
Qui t’ aspettavo. 
TURIDDU. 
È Pasqua, in chiesa non val? 
SANTUZZA. 


Non vo. 
Debbo parlarti... 


TURIDDU. 
Mamma, cercavo. 
SANTUZZA. 


Debbo parlarti... 


TURIDDU. 
Qui no! Qui nol 
SANTUZZA. 


Dove sei stato? 


CAVALLERIA RUSTICANA 





TURIDDU. 


Che vuoi tu dire ?... 
A Francofonte! 


SANTUZZA. 
No, non è ver! 
TURIDDU. 
Santuzza, credimi... 
SANTUZZA. 


No, non mentire; 
ti vidi volgere giù dal sentier. 
E stamattina, all’ alba, t' hanno scòrto 
presso l’ uscio di Lola. 


TURIDDU. 
Ah! m'hai spiato! 
SANTUZZA. 


No, te lo giuro. A noi l’ ha raccontato 
Compar Alfio, il marito, poco fa. 


TURIDDU,. 


Così ricambi l’ amor che ti porto ? 
Vuoi che m’ uccida ? 


SANTUZZA. 


Oh! questo non lo dire... 


#GFTO UNICO 


TURIDDU. 


Lasciami dunque, invan tenti sopire 
il giusto sdegno colla tua pietà. 


SANTUZZA. 
Tu l ami dunque ? 
TURIDDU. 
No... 
SANTUZZA. 


Assai più bella 
è Lola. 


TURIDDU. 
‘tachanonttamo; 
SANTUZZA. 


Lamia 
Oh! maledetta! 


TURIDDU. 
Santuzza ? 


SANTUZZA. 


Quella 


cattiva femmina ti tolse a me! 


#7 





18 


CAVALLERIA RUSTICANA 





TURIDDU. 


Bada, Santuzza, schiavo non sono 
di questa vana tua gelosia! 


SANTUZZA. 


Battimi, insultami, t'amo e perdono, 
ma è troppo forte l’angoscia mia. 


ATTO UNICO 19 





SCENA: 


Lola e DETTI. 


LOLA (dentro alla scena). 


Fior di giaggiolo, 
gli angeli belli stanno a mille in cielo, 
ma bello come lui ce n’è uno solo. 


(entrando) 


Oh! Turiddu... È passato Alfio? 


(sarcastica) 
TURIDDU. 


Son giunto 
ora in piazza, Non so... 


(impacciato) 
LOLA. 


Forse è rimasto 
dal maniscalco, ma non può tardare. 


(ironica) 


E... voi... sentite le funzioni in piazza?... 
TURIDDU. 
Santuzza mi narrava... 
SANTUZZA (tetra). 


Gli dicevo 
che oggi è Pasqua e il Signor vede ogni cosa! 


20 





CAVALLERIA RUSTICANA 


LOLA (ironica). 
Non venite alla messa ? 
SANTUZZA (tetra). 


To no, ci deve 
andar chi sa di non aver peccato. 


LOLA. 
Io ringrazio il Signore e bacio in terra! 
SANTUZZA (ironica). 
Oh! fate bene, Lola! 
TURIDDU. 


Andiamo! andiamo! 
Qui non abbiam che fare. 


LOLA (ironica). 
Oh! rimanete! 
SANTUZZA (a Turiddu). 
Sì, resta, resta, ho da parlarti ancora! 
LOLA. 


E v'assista il Signore; io me ne vado. 


(entra in chiesa) 


ATTO UNICO 


SCENA GGI 


Santuzza e Turiddu. 


TURIDDU (irato). 
Ah! lo vedi, chè hai tu detto...? 
SANTUZZA. 
L’hai voluto, e ben ti sta. 
TURIDDU (le s’ avventa). 
AR! perdio! 
SANTUZZA. 


Squarciami il petto... 


TURIDDU (s’avvia). 


SANTUZZA (trattenendolo). 


Turiddu, ascolta! 


TURIDDU. 
Va! 
SANTUZZA. 
No, no, Turiddu — rimani antora, 


abbandonarmi — dunque tu vuoi ? 


2I 


22 CAVALLERIA RUSTICANA 








TURIDDU. 


Perchè seguirmi — perchè spiarmi 
sul limitare — fin della chiesa ? 


SANTUZZA. 


La tua Santuzza —- piange e t’' implora; 
come cacciarla — così tu puoi? 


TURIDDU. 


Va, ti ripeto — va non tediarmi, 
U 
pentirsi è vano — dopo l'offesa! 


SANTUZZA (minacciosa). 
Bada!... 
TRURIDDOS 


Dell’ ira tua non mi curo! 


(la getta a terra e fugge in chiesa) 


SANTUZZA (nel colmo dell’ira). 


A te la mala Pasqua, spergiuro! 


ATTO UNICO 30 





SGENA VIII 


Santuzza e Alfio. 


SANTUZZA. 


Oh! il Signore vi manda, compar Alfio? 


ALFIO. 
A che punto è la messa? 


SANTUZZA. 


E tardi omal, 
Ma per voi, Lola è andata con Turiddu! 


ALFIO. 
Che avete detto? 
SANTUZZA. 


Che mentre correte 
all'acqua e al vento a guadagnarvi il pane, 
Lola v’ adorna il tetto in malo modo! 


ALFIO. 
Ah! nel nome di Dio, Santa, che dite? 


SANTUZZA. 


Il ver. Turiddu mi tolse l’onore, 
e vostra moglie lui rapiva a me! 


24 


CAVALLERIA RUSTICANA 


ALFIO. 
Se voi mentite, vo’ schiantarvi il core! 
SANTUZZA. 


Uso a mentire il labbro mio non è! 
Per la vergogna mia, pel mio dolore 
la triste verità vi dissi, ahimè! 


ALFIO. 
Comare Santa, allor grato vi sono. 
SANTUZZA. 
Infame io son che vi parlai così! 
ALFIO. 


No, giusta siete stata io vi condono: 
in odio tutto l'amor mio finì... 

Infami loro: ad essi non perdono; 
vendetta avrò pria che tramonti il dì. 





(escono) 


ATTO UNICO 25 





SCENSEDS 


Tutti escono di chiesa. Lucia traversa la scena ed 
entra în casa. Lola, Turiddu e Coro. 


UOMINI. 


A casa, a casa, amici, ove ci aspettano 
i nostri cari, andiam. 

Or che letizia rasserena gli animi 
senza indugio corriam. — 


DONNE, 


A casa, a casa, amiche, ove ci aspettano 
i nostri cari, andiam. 

Or che letizia rasserena gli animi 

senza indugio corriam. 


(il Coro si avvia) 
TURIDDU (a Lola che s’avvia.) 


Comare Lola, ve ne andate via 
senza nemmeno salutare ? 


LOLA. 
Vado 
a casa: non ho visto compar Alfio! 


TURIDDU. 


Non ci pensate, verrà in piazza. (al coro) Intanto 
amici, qua, beviamone un bicchiere. 


(tutti si avvicinano alla tavola dell'osteria e prendono i bicchieri) 


26 CAVALLERIA RUSTICANA 








TURIDDU. 


Viva il vino spumeggiante 
nel bicchiere scintillante 
come il riso dell’ amante 
mite infonde il giubilo! 
Viva il vino ch’è sincero 
che ci allieta ogni pensiero, 
e che annega l’umor nero 
nell’ebbrezza tenera. 


CORO. 


Viva il vino spumeggiante, ecc., ecc. 


(si ripete il brindisi) 


TURIDDU (a Lola). 
Ai vostri amori! 
LOLA (a Turiddu). 
Alla fortuna vostra! 
TURIDDU. 
Beviam! 


CORO. 


Beviam! Rinnovisi la giostra! 


PRIMO DEL CORO. 


Un bicchiere! 


(beve) 


(beve) 


ATTO UNICO 27 





SECONDO DEL CORO. 
Un bicchiere! 
TERZO DEL CORO. 


Untalirolà 


QUARTO DEL CORO. 
Un altro! 
PRIMO DEL CORO. 
AI più felice! 
TURIDDU. 
Alla bella! 
LOLA. 
AI più scaltro! 
IEUII 


Viva il vino spumeggiante... ecc., ecc. 


28 CAVALLERIA RUSTICANA 





SCENOa 
Alfio e DETTI. 


ALFIO, 
A vol tutti salute! 


CORO. 


Compar Alfio, salute! 
TURIDDU. 


Benvenuto! con noi dovete bere : 
(empie un bicchiere) 


ecco; pieno è*il{bicehiere! 
ALFIO (respingendolo). 


Grazie. Ma il vostro vino io non l’accetto, 
diverrebbe veleno entro il mio petto! 


TURIDDU (getta il vino). 
A piacer vostro! 
LONA 
Ahimè! che mai sarà? 
ALCUNE DONNE (a Lola). 


Comare Lola, andiamo via di qua. 


(tutte le donne escono conducendo Lola) 


TURIDDU. 


Avete altro da dirmi ? 


ATLOZUNICO 29 


ALFIO. 
Io nulla! È 
TURIDDU. 
Allora 
sono agli ordini vostri. 
ALFIO. 
Oprora) 
TURIDDU. 
Or ora! 


(Alfio e Turiddu si abbracciano. — Turiddu morde l’orecchio destro di Alfio.) 
ALFIO. 


Compar Turiddu, avete morso a buono... 


{con in‘enzione) 


c’ intenderemo bene; a quel che pare! 
TURIDDU. 


Compar Alfio, lo so che il torto è mio; 
e ve lo giuro nel nome di Dio 

che -al par d’un cane mi farei sgozzar, 
ma... s io non vivo, resta abbandonata... 
povera Santa!... lei che mi s'è data... 
vi saprò in core il ferro mio piantar! 


ALFIO (freddamente). 


Compare, fate come più vi piace; 
io v’ aspetto qui fuori, dietro l'orto. 


(esce) 





CAVALLERIA RUSTICANA 








SCENIESE 


Lucia e DETTI meno Alfio. 


TURIDDU. 


Mamma, quel vino è generoso, e certo 
oggi troppi bicchier ne ho tracannato... 
vado fuori all’ aperto... 

Ma prima voglio che mi benedite 

come quel giorno che partii soldato... 

e pol... mamma... sentite... 

s' io... non tornassi... voi dovrete fare 
da madre a Santa, ch’io le avea giurato 
di condurla all’altare. — 


LUCIA. 
Perchè parli così, figliuolo mio ? 


TURIDDU. 


x 


Oh! nulla!... E il vino che mi ha suggerito! 
Per me pregate Iddio! — 
Un bacio, mamma... un altro bacio... addio! 


(l’ abbraccia ed esce precipitosamente) 





ATTO UNICO 3I 





SCENATXIE 


HU CLEIS'AnCuzza DETTI. 


LUCIA (disperata correndo in fondo). 


Oh Turiddu?! che vuoi dire? (entra Santuzza) Santuzza!... 


SANTUZZA (getta le braccia al collo di Lucia). 


Oh! madre mial!... 


(si sente un mormorio lontano) 
DONNE (correndo). 


Hanno ammazzato compare Turiddu!... 
(tutti gettano un gridc) 


(cala precipitosamente il sipario.) 


FINE.